EMDR e la capacità di affrontare un trauma

La parola trauma è una delle più utilizzate all'interno delle stanze terapeutiche. Spesso usata impropriamente, essa sta ad indicare un evento stressogeno di alta intensità che ferisce, come d'altronde la derivazione etimologica dal greco τραῦμα. Esistono i traumi fisici e i traumi psicologi.  Questi ultimi vengono così definiti per indicare una ferita dell'anima, qualcosa che modifica il consueto modo di vivere e vedere il mondo attraverso un impatto negativo sulla persona che lo vive. In psicologia esistono due tipi di trauma. Vi è il trauma con la T maiuscola, ovvero tutti quegli eventi che portano alla morte o che minacciano l’integrità fisica propria o delle persone care. A questa categoria appartengono eventi di grande portata come, ad esempio, disastri naturali, abusi, incidenti etc. Accanto a questi vi sono i traumi con la t minuscola a cui appartengono tutte le esperienze, a volte apparentemente innocue, che però sono soggettivamente disturbanti. Vi sono eventi come un’umiliazione subita o delle interazioni brusche con delle persone significative durante l’infanzia, un padre violento, una madre anaffettiva, un abbandono subito in tenera età etc. Subito dopo aver vissuto un evento traumatico il nostro organismo e il nostro cervello vanno incontro ad una serie di reazioni di stress fisiologiche che, in una buona percentuale, tende a risolversi naturalmente senza un intervento specialistico. Questo avviene perché abbiamo un innato meccanismo di elaborazione delle informazioni che, generalmente, chiamiamo resilienza, la quale ci aiuta a "digerire" ovvero a ricollocare l'evento in modo costruttivo e adattivo all’interno della nostra capacità di narrare l’accaduto. Ma cosa succede quando questo non avviene? Pur essendo evidentemente diversa la natura dei due tipi di trauma su citati, la scienza ha dimostrato che spesso l'essere vivente reagisce, dal punto di vista emotivo, con le stesse sintomatologie. Abbiamo l'intrusività delle immagini, l'irritabilita e l'agitazione ripensando e ritrovandosi in determinate situazioni, l'evitamento, un abbassamento del tono dell'umore e una serie di credenze che si sviluppano sul mondo (es. "non sono al sicuro in nessun luogo"). In questi momenti la psicoterapia risulta uno degli strumenti di maggiore validità. Ad essa è possibile affiancare l'EMDR, uno specifico approccio psicoterapico interattivo e standardizzato, scientificamente comprovato da più di 44 studi randomizzati controllati condotti su pazienti traumatizzati e documentato in centinaia di pubblicazioni che ne riportano l’efficacia nel trattamento di numerose psicopatologie inclusi la depressione, l’ansia, le fobie, il lutto acuto, i sintomi somatici e le dipendenze. La terapia EMDR ha come base teorica il modello AIP (Adaptive Information Processing) che affronta i ricordi non elaborati che possono dare origine a molte disfunzioni.

Numerosi studi neurofisiologici hanno documentato i rapidi effetti post-trattamento EMDR. L'efficacia della desensibilizzazione del trauma è garantita, basta solo provare.

Dott.ssa Erica Carbone
Psicologa Psicoterapeuta - Salerno


Psicologa Salerno

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