Le difficoltà di coppia

Il matrimonio è anche un lavoro di tutti i giorni, potrei dire un lavoro artigianale, un lavoro di oreficeria, perché il marito ha il compito di fare più donna la moglie e la moglie ha il compito di fare più uomo il marito.
(Papa Francesco)

Inizio questa descrizione del disagio di coppia con tale citazione in quanto esprime appieno il lavoro che costantemente due partner devono effettuare per riuscire a restare legati senza cadere nel malessere e nella noia.

Non esistono coppie che affrontano, senza alcun intoppo od ostacolo, la loro storia!

Ad un certo punto, inevitabilmente, si troveranno a vivere un momento di difficoltà che, se affiancato a problematiche personali, rischierà di trasformarsi in un punto di non ritorno. Sarà quel comportamento ripetuto da parte dell'altro che proprio ci ha stancato, l'insoddisfazione per qualcosa di sognato ma non realizzato, il bisogno di vivere un'esperienza diversa… problemi difficili da esprimere, figurarsi ad affrontarli.

Altre volte questi problemi sembrano essere superati, ma in realtà non sono stati risolti efficacemente, si è preferito, magari, in maniera più o meno cosciente, metterli da parte per evitare di degenerare. Tali problemi, però, restano e si sedimentano creando basi molto deboli nella vita di coppia che spingono ad amplificare le incomprensioni e a peggiorare la situazione.

Nel mio lavoro mi sono trovata a riscontrare spesso problematiche all'interno della coppia nei momenti più diversi della loro storia. Molto importante è capire in che fase della propria evoluzione chi chiede un aiuto terapeutico si trova. Per questo motivo, solitamente faccio riferimento ad un modello teorico di due studiosi americani: Bander e Pearson.

Secondo costoro la coppia attraversa delle fasi evolutive che, nei momenti di transizione rischiano di creare una crisi. È proprio in questi momenti che i vissuti personali, le paure, i bisogni hanno bisogno di trovare un nome, di avere una voce che li esprima e li affronti.

In una prima fase la coppia ha un atteggiamento simbiotico. In questa fase, anche identificabile come il periodo di innamoramento e di fusione con l'altro, il partner è visto come perfetto, i suoi difetti sono invisibili e sono esaltati solo i pregi. Ci si sente molto simili all'altro e diventa davvero difficile vivere lontano da esso. Tale fase, anche se può apparire folle e irrazionale è indispensabile nella vita di una coppia in quanto consente la creazione di un legame di base, la stipulazione di un contratto implicito tra i membri che si rivelerà utile nelle fasi successive.

La coppia entra in crisi la prima volta quando i partner iniziano a scoprire che i gusti non sono identici, che il compagno o la compagna non è così perfetto/a come lo/la si credeva. Ha inizio così la fase della differenziazione in cui l'altro inizia ad essere vissuto come un limite e ci si comincia a differenziare dal partner. Gradualmente il partner viene smitizzato.

Si avvia, così, la fase di sperimentazione dove chi ha iniziato a vivere l'altro come un limite preferisce, appunto, sperimentarsi in nuove esperienze e scoperte; ciò gli permette di crescere e di trovare di nuovo l'esterno. Il risultato sarà un maggiore investimento sul lavoro, la ricerca di amicizie dimenticate o nuove, la voglia di intraprendere attività lasciate a metà o mai vissute ma sempre desiderate. Tale condizione potrà far sorgere momenti di forte crisi. Le regole del contratto implicito stipulato precedentemente fra i partner rischiano di dover essere modificate ed è importante, dunque, ristabilire i propri bisogni e valutare la possibilità di coniugare quelli di entrambi ancora una volta.

Questo è un momento molto delicato. La terapia di coppia, spesso, riesce a portare alla luce tali bisogni e, con essi, i veri desideri dei due individui. Il superamento e la risoluzione di questa fase è indispensabile per non creare dei sedimenti negativi che, con gli ann,i renderanno frustrante e obsoleto il rapporto. L'obiettivo deve essere quello di tornare a sentire il bisogno di avere l'altro accanto come riferimento affettivo, ovvero stare bene da soli ma sentirsi meglio accanto all'altro.

Se tutto andrà bene avrà inizio la fase del riavvicinamento dove i membri della coppia si accettano e divengono interdipendenti. Si impara a stare con l'altro, conoscendolo e apprezzandolo per quello che realmente è, anche nella sua imperfezione.

I tempi di queste fasi sono estremamente personali e non è detto, anzi il più delle volte non è così, che i due partner raggiungano nello stesso momento la stessa fase. Non di rado, infatti, la crisi nasce quando i due amanti, nonostante vivano la coppia, si trovino in due fasi diverse. Per esempio uno dei membri, che ha ormai superato la fase di sperimentazione potrebbe sentirsi stufo di attendere che l'altro entri nella fase dell'interdipendenza. Sarà, dunque, indispensabile far leva su tutte le proprie risorse per affrontare questo momento.

Non dimentichiamo poi le fasi successive alla formazione della coppia stessa. Se infatti, si supera questo momento i partner potrebbero decidere di costruire qualcosa di forte, di mettere al mondo dei figli il cui arrivo e la cui crescita non può non evidenziare il confronto tra il vissuto dei due genitori.

La terapia sistemico-relazionale, attualmente, è il mezzo più efficace nella soluzione dei problemi della coppia in quanto si preoccupa di effettuare un intervento non solo sul problema o sul singolo individuo ma si concentra soprattutto sulle dinamiche dell'intero sistema familiare. L'obiettivo, in accordo con la coppia che chiede aiuto, non deve essere necessariamente il recupero del rapporto ma può anche limitarsi a rendere il distacco possibile e meno doloroso.

Dott.ssa Erica Carbone
Psicologa Psicoterapeuta - Salerno


Psicologa Salerno

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